“Il Mio Compleanno”: Cara ci racconta il suo viaggio emotivo

Alcune canzoni sono capaci di raccontare una storia intera. Pur focalizzandosi su un momento, una scena, un istante, raccolgono in sé percezioni, sensazioni, pensieri, complessità che descrivono un universo di significati di una vita nella sua completezza. Questo è ciò su cui riflettiamo nell’ascoltare Il Mio Compleanno di Cara, un brano carico di immagini, emozioni sospese e parole non dette, in cui l’artista si racconta attraverso una narrazione sincera, quasi cinematografica.
La stessa sincerità e la stessa semplicità fa parte del suo linguaggio quotidiano, del suo essere. La sua musica la rispecchia, senza artifici, una qualità che oggi sembra sempre più rara. Così descrive questo brano:
Mentre ero seduta sul divano in salotto, mi sono vista uscire di casa e camminare, scordarmi del mio compleanno, vestirmi col piumino in primavera, fare tardi solo per poter sostare in un parcheggio con l’unica persona con cui avrei voluto parlare. In questa canzone ci è passata tanta vita e una marea di persone e situazioni a cui non ho saputo dire “adieu” e così, alla fine, l’ho detto in una canzone
CARA, all’anagrafe Anna Cacopardo, è una cantautrice nata nel 1999 di Crema. Nel 2019, ha debuttato nel mondo della musica pubblicando il suo primo singolo Mi Serve, ma è nel 2020 che emerge con “Le Feste di Pablo“, un singolo che racchiude l’impronta cantautorale dell’artista, in un mix di sonorità pop con influenze d’oltreoceano. Poche settimane dopo, questo brano è stato ripubblicato con la collaborazione speciale di Fedez, ottenendo un grande successo nelle classifiche di streaming e ricevendo numerose certificazioni, tra cui il Disco di Platino.
Cara ci ha raccontato qualcosa di più sulla genesi de Il Mio Compleanno e su altri brani che fanno parte della sua produzione artistica. Ecco le sue parole:
Il tuo singolo Il Mio Compleanno è un brano intimo in cui descrivi un viaggio emotivo attraverso ricordi e parole non dette. Nel testo, descrivi situazioni quotidiane come dimenticare il proprio compleanno e camminare da sola in una notte primaverile. Puoi raccontarci come è nata l’idea per questa canzone e quale significato ha per te il compleanno come simbolo di crescita e riflessione personale?
L’idea è nata qualche anno fa, avevo circa vent’anni e stavo vivendo la prima “rottura”. Mi sono seduta sul divano e lì è nata la prima strofa. Un flusso di parole che sono riuscita a dire solo grazie a quella canzone. Il titolo “Il mio compleanno”, l’ho scelto ancora prima di riaprire il pezzo in studio. È sempre stato quello. Perché è un ribaltamento di uno stato emotivo. La festa intesa come celebrazione di un momento di dolore. Il mio compleanno comunque non lo vivo mai in modo spensierato. Entra sempre tanta malinconia, anche troppa. E si, per me è sempre un momento di riflessione, in cui mi guardo indietro. È sempre un po’ uno spavento guardarsi alle spalle. Comunque, il compleanno è un giorno come un altro, ma in qualche modo il giorno dopo ci si sente sempre un po’ diversi.
Il singolo Fulmini, si distingue per la sua atmosfera sospesa e la fusione tra fantasia e realtà. Hai dichiarato che Fulmini è un “grido trattenuto” e un “abbraccio che rimane”. Cosa rappresenta questa canzone e come si inserisce nel tuo percorso artistico?
Questa canzone invece l’ho scritta di recente, nell’ultimo anno. Rappresenta uno stato d’animo costante che non ha però niente a che fare con la costanza. Tutt’altro. È un fulmine a ciel sereno. Vivere su un’altalena che se mai dovesse fermarsi, ecco che arriva il panico vero. “Dove vanno i fulmini?” è una domanda provocatoria in un certo senso. I fulmini hanno una durata breve, e non si può vivere di emozioni forti. Bisogna anche saper vivere tutto il resto. Uno spazio sospeso e vuoto solo all’apparenza. Sono vitali i fulmini, per me. Mi nutro di fulmini. Ma a volte quando si spengono e torna il sole, mi sento persa e più frammentata di prima. Sto imparando a orientarmi anche nelle giornate di sole.
Nel panorama musicale contemporaneo, molti artisti sono aperti nel raccontarsi sui social media. Tu come gestisci questa parte della tua carriera? Quanto pensi che l’autenticità sui social influisca sulla percezione del pubblico nei confronti di un artista?
Ti dirò la verità, non l’ho ancora capito quanto influisca effettivamente. Posso solo dirti che il social l’ho sempre vissuto in modo conflittuale. A volte mi sembra solo un filtro. Altre volte connettermi virtualmente è piacevole. Non mi fa sempre bene, ecco. Cerco di approcciarmi ai social in modo autentico, senza forzature anche quando penso che sarebbe utile farlo. Con me, non lo sarebbe comunque. Non so forzare un accidente purtroppo. Mi piace scrivere riflessioni anche troppo lunghe qualche volta. Mi piace condividere quello che sento di condividere in quel momento, nulla di più. Mi piace che ci sia comunque la possibilità che qualcuno possa sentirsi connesso con me anche in una realtà virtuale, e spero sia così.
Il tuo percorso artistico è stato contraddistinto da collaborazioni con cantanti molto diversi tra loro. Come hai sviluppato il tuo stile personale e quali sono stati gli artisti che ti hanno influenzato maggiormente nella tua crescita musicale?
Io sono cresciuta col cantautorato. Il mio primo innamoramento è avvenuto ascoltando Lucio Dalla, Vecchioni, e molti altri. “Cara” fa riferimento proprio alla canzone di Dalla. Ho tanti ascolti diversi comunque, nel panorama internazionale ultimamente Boygenius, Girl in Red e Pomme sono artiste che ascolto parecchio.
Guardando indietro ai tuoi primi lavori e alla tua musica più recente, come pensi che la tua musica sia cambiata? Esiste una lezione che hai imparato durante la tua carriera finora?
La mia musica si è evoluta assieme a me. Il come lo lascio raccontare alla musica e alle parole. Di lezioni ne ho imparate tante a dir la verità, alcune ci ho messo di più a metterle in pratica, altre meno. Se devo essere sincera, hanno più a che fare col mondo della musica, che con la musica in sé. Una tra tutte e forse la più importante è il valore di un “no”.
Con l’uscita de Il Mio Compleanno, sembra che tu stia preparando qualcosa di più ampio. Puoi anticiparci se questo brano farà parte di un prossimo progetto discografico? E se sì, come si inserisce all’interno del concept dell’album/EP?
Sì, Il Mio Compleanno fa parte di un progetto più ampio, ma per adesso voglio concentrarmi su un passo alla volta e lasciarmi stupire per prima da quello che succederà. Comunque sto lavorando a tante cose e non vedo l’ora di condividere nuove tappe di questo viaggio.